Lo stare chiusi in casa per diversi mesi nel 2020 ha portato a un forte cambiamento nelle abitudini delle persone. Con le restrizioni e l’impossibilità di uscire, abbiamo tutti rivalutato la casa e i suoi spazi, vivendoli a pieno tutto il giorno. Anche le modalità di lavoro sono cambiate, con un forte incremento del così chiamato “smart-working”.
Abbiamo assistito alla nascita di nuove routine lavorative e di vita. Infatti, se prima la maggior parte delle persone andava a dormire presto la sera perché si doveva svegliare presto al mattino, ora, con la possibilità (per davvero) di alzarsi pochi minuti prima dell’orario d’inizio dell’attività lavorativa, hanno iniziato ad andare a dormire più tardi alterando ovviamente le loro abitudini di sonno e il loro ritmo circadiano.
Una ricerca di Fibit ha dimostrato che con meno interazione sociale e più tempo per se stessi, le persone hanno allungato i loro tempi di riposo: in media infatti si dorme 17 minuti in più.
Ciò che però si è notato è che non è la quantità del sonno che deve essere presa in considerazione ma la qualità di questo. Di fatto, qui i dati parlano di una situazione tutt’altro che positiva. Tra tutti gli intervistati, solo il 7,7% (percentuale in forte calo dal precedente 39,4%) ha indicato la qualità del proprio sonno come “molto buona”. Una ricerca del Journal of Clinical Sleep Medicine ha mostrato che più del 30% della popolazione adulta possiede disturbi del sonno mentre il 60% dei rispondenti di una survey dell’American Academy of Sleep Medicine ha esplicitato che i loro problemi d’insonnia derivano dal periodo pandemico.
Insomma, un periodo che ha stravolto tutti e che ha causato diversi problemi alle persone e al proprio benessere psico-fisico. L’American Psychiatric Association, in relazione alle cause di questo mal riposo, ha scoperto che i fattori principali sono l’ansia e lo stress causati da questo particolare momento storico.
Con una forte correlazione a questi risultati, diversi studi hanno mostrato un crescente interesse da parte delle persone al benessere fisico e mentale. I consumatori hanno compreso che un materasso, un cuscino e in generale un sistema letto di qualità può portare numerosi benefici alla propria salute.
Tuttavia, secondo quanto riferito al New York Times da Matthew Walker, docente di neuroscienze e psicologia all’Università della California e autore del famosissimo libro “Perché dormiamo”, c’è una fetta di popolazione che ha notato un netto miglioramento nella qualità del sonno. Queste sono persone che prima delle restrizioni andavano a dormire tardi e dovevano svegliarsi presto per andare a lavoro (quindi perdevano tante ore di sonno) e che invece, con la nuova routine lavorativa si sono ritrovati a dormire di più e a recuperare tutte quelle ore di riposo che prima venivano sacrificate. Con il ritorno alla normalità però, anche queste si chiedono come riuscire a mantenere questa situazione di benessere.
La soluzione, nell’ottica di dare importanza alla qualità e non alla quantità del riposo, risiede proprio in prodotti di buona fattura e che siano studiati, progettati e realizzati con l’unico obiettivo di portare benefici alle persone in termini di riposo, energia e serenità.