La parola sogno ha molteplici significati, tra cui aspirazione/ambizione/ideale, fantasia irrealistica/auto-illusoria o persona/oggetto/cosa che è considerata meravigliosa/perfetta. Questi molteplici significati, e l'uso colloquiale moderno della parola sogno, derivano probabilmente dall'idea influente di Freud secondo la quale i sogni che si verificano durante il sonno sono un riflesso di desideri che speriamo di aver soddisfatto. Tuttavia, da un punto di vista strettamente fisiologico, con la parola sogno indichiamo pensieri, immagini, sensazioni, emozioni e altri eventi che si verificano nella mente durante il sonno. I sogni rappresentano il risultato di modelli di attività neurale, prevalentemente all'interno della corteccia cerebrale, che formano immagini transitorie, vissute come pensiero cosciente, che possono essere considerate rappresentazioni mentali, che si verificano durante il sonno fisiologicamente definito.
Consideriamo i sogni come rappresentazioni mentali puramente interne, poiché durante il sonno siamo, per la maggior parte, non consapevoli degli input sensoriali dal mondo esterno. Queste rappresentazioni mentali possono o meno essere richiamate al risveglio, indicando che queste rappresentazioni mentali sono potenzialmente accessibili al regno cosciente della veglia. Il sogno, o il riportare accuratamente un sogno, richiede capacità lessicali o spazio-visuali di un essere umano di almeno 6 anni; esistono, però, meccanismi mentali che permettono coscienza e reminiscenza del sogno anche nei mammiferi non umani: si riporta, ad esempio, di una scimmia addestrata a bloccare la stampa quando vedeva le immagini proiettate; l’azione veniva svolta anche durante il sonno REM. Il sonno umano può essere suddiviso in sonno non REM e REM in base a una serie di criteri fisiologici, ma essenziale per questa suddivisione è la struttura dell'elettroencefalogramma. Il sonno non REM può essere ulteriormente suddiviso in più fasi diverse, mentre il REM sembra essere uno stato di sonno più singolare, sebbene possa essere suddiviso in sonno tonico e fasico.
Tipicamente, i sogni sono associati al sonno REM, essendo questi sogni di sonno REM le rappresentazioni mentali vivide, dispiegate, di tipo narrativo richiamate all'eccitazione; tuttavia, i sogni si verificano anche durante il sonno non REM. La principale differenza in termini di contenuto dei sogni REM rispetto ai sogni non REM sembra essere che i sogni REM coinvolgono più contenuti emotivi, visivi e di movimento, sono più lunghi, mostrano più continuità e coerenza e sono più vividi dei sogni non REM. Inoltre, i sogni REM sono caratterizzati da interazioni sociali aggressive auto-avviate, mentre i sogni non-REM sono caratterizzati da interazioni sociali amichevoli auto-avviate.
Nonostante questa differenza nel contenuto dei sogni tra le fasi del sonno, i modelli di attivazione neurale nelle regioni posteriori della corteccia cerebrale durante i sogni REM e non-REM sembrano avere alcuni aspetti simili, e in effetti possono essere predittivi del verificarsi dei sogni. Ma perché sogniamo? Non esiste una vera e propria risposta a questa domanda ma alcune recenti teorie hanno cercato di approfondire questo aspetto. Secondo il modello sviluppato da Hartmann, l’obiettivo del sogno è di fornire al sognatore un'opportunità per affrontare una sua preoccupazione emotiva attraverso una modalità "autoassociativa" che permette collegamenti più ampi e liberi rispetto a quanto può avvenire nel pensiero diretto durante la veglia fornendo al sognatore la possibilità di contestualizzare l’emozione dominante sotto forma di metafora esplicativa. Questo permette al sognatore sia di calmare che di integrare la propria preoccupazione emotiva dominante e migliora la capacità di adattamento a futuri disturbi emotivi simili. Un'altra teoria, invece, vede il sognare legato alla funzione del sonno REM nell’apprendimento, specificamente, nel consolidamento della memoria procedurale (o apprendimento emotivo).
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Bibliografia
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