Editoriale

Disturbi del sonno e Alzheimer

Disturbi del sonno e Alzheimer

Il legame fra sonno e malattia di Alzheimer

Il sonno è una delle colonne portanti del benessere cerebrale, un processo fondamentale che permette al nostro cervello di riorganizzarsi, consolidare i ricordi e ripristinare l'equilibrio neurochimico. Tuttavia, per chi è affetto dalla malattia di Alzheimer, il sonno può diventare una sfida complessa e debilitante. 

I disturbi del sonno sono comuni tra le persone con Alzheimer, e comprenderne le cause, così come le soluzioni, è fondamentale per migliorare la qualità della vita di questi pazienti e dei loro caregiver. 

La relazione tra sonno e Alzheimer 

La malattia di Alzheimer è una forma di demenza neurodegenerativa caratterizzata da un deterioramento progressivo delle funzioni cognitive. Una delle manifestazioni più difficili da gestire per i pazienti e i loro familiari è proprio l'alterazione del ritmo sonno-veglia.  
Le persone con Alzheimer possono sperimentare insonnia, risvegli frequenti durante la notte, eccessiva sonnolenza diurna e una tendenza al “sundowning,” ovvero un aumento dell'agitazione e della confusione nel tardo pomeriggio e sera. 

Le cause di questi disturbi del sonno sono multifattoriali. L'Alzheimer danneggia progressivamente le aree cerebrali che regolano il sonno, come l'ipotalamo e il tronco encefalico. Inoltre, i cambiamenti nei livelli di neurotrasmettitori come la melatonina e la serotonina, insieme all'accumulo di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari, contribuiscono a destabilizzare il ciclo sonno-veglia. 

Soluzioni scientificamente approvate 

Nonostante la complessità del problema, esistono diverse strategie, basate su evidenze scientifiche, che possono aiutare a gestire i disturbi del sonno nei pazienti con Alzheimer. 

  1. Igiene del sonno

L'adozione di una buona igiene del sonno è fondamentale per chiunque. Questo include la creazione di un ambiente di riposo confortevole e tranquillo, mantenere una routine regolare per il riposo e limitare i sonnellini diurni.  

  1. Terapia con la luce

La terapia con luce intensa (fototerapia) è un metodo efficace per ripristinare il ritmo circadiano alterato. L'esposizione alla luce naturale durante il giorno, soprattutto nelle prime ore del mattino, aiuta a regolare l'orologio biologico interno. Questa pratica ha dimostrato di migliorare la qualità del sonno e ridurre la sonnolenza diurna nei pazienti con Alzheimer. 

  1. Attività fisica regolare

L'esercizio fisico regolare, praticato preferibilmente nelle ore mattutine o pomeridiane, può migliorare il sonno notturno. Questo può corrispondere anche a lunghe passeggiate o ginnastica dolce o la psicomotricità. Studi suggeriscono che l'attività fisica moderata contribuisce a ridurre i tempi di addormentamento e aumenta la durata del sonno nei pazienti affetti da Alzheimer, migliorando al contempo l'umore e le funzioni cognitive.  

  1. Supporto psicologico e terapia cognitivo-comportamentale (CBT-I)**

La terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I) è una delle soluzioni più efficaci per trattare i disturbi del sonno senza ricorrere a farmaci. Questo approccio mira a modificare i pensieri e i comportamenti negativi associati al sonno. Per i pazienti con Alzheimer, la CBT-I può essere adattata per affrontare specifiche problematiche legate alla malattia. 

I disturbi del sonno legati all'Alzheimer rappresentano una sfida significativa, ma con un approccio multidisciplinare e personalizzato, è possibile alleviare in parte questi sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. È essenziale che i caregiver siano supportati e istruiti sulle migliori pratiche per gestire questi disturbi, contribuendo così a creare un ambiente più sicuro e confortevole per i loro cari. 

Mantenere il cervello in salute è una maratona

In un contesto di continua ricerca, l'attenzione all'igiene del sonno, l'adozione di terapie naturali come la fototerapia e l'attività fisica, insieme a interventi farmacologici e psicoterapici, rappresentano le strategie più promettenti.

Mantenere il cervello in salute è una maratona, non uno sprint, e prendersi cura del sonno è uno dei passi più importanti per proteggere il nostro benessere mentale lungo il percorso della vita.

Proprio per questo motivo da sette anni continuiamo come Donatore Sostenitore all'iniziativa di Fondazione Maratona Alzheimer diffondendo la cultura del sonno e l'importanza di salute e prevenzione anche all'interno della nostra azineda.

Fonti: 

  1. University of California, Berkeley. "Sleep and Alzheimer's Disease: The Role of Deep Sleep in Clearing Beta-Amyloid." Science Daily, 2019. 
  1. Spira, A. P., et al. "Sleep Duration and Sleep Disturbances: Risk Factors for Neurodegeneration." Neurology, 2013. 
  1. Ju, Y. E. S., et al. "Sleep and Alzheimer Disease Pathology—A Bidirectional Relationship." Journal of Alzheimer's Disease, 2014.