Diffidate da tutti coloro che si vantano di non aver alcun problema a bere un caffè prima di andare a dormire, farlo non è mai una buona idea. La caffeina è un leggero stimolante e la sua assunzione può avere effetti positivi sullo stato di vigilanza e sulla concentrazione individuale. Gli effetti della caffeina sulla vigilanza infatti sono più spiccati nelle situazioni in cui questa si riduce, come in caso di stanchezza e sonnolenza post-prandiale.
Una sola tazzina può incrementare del 10% la velocità del nostro cervello di elaborare le informazioni, quindi una sola dose di caffè è in grado di migliorare la soglia di attenzione e concentrazione; alcuni studi dimostrano anche un miglioramento della memoria.
Trattandosi di uno stimolante, esagerare col caffè è sconsigliato in quanto comporta una sovrastimolazione che provoca l’effetto opposto portando al deterioramento della memoria. Quindi è vero, il caffè ritarda il sonno (a meno di singolari eccezioni): la riprova di quanto affermato proviene da una sperimentazione condotta su alcuni volontari monitorati per 50 giorni. Ai soggetti coinvolti nello studio è stato richiesto di bere un caffè prima del riposo notturno o, in alternativa, di scegliere l’esposizione alla luce una volta prossimi a coricarsi.
Gli studiosi hanno scoperto che bere il caffè la sera ritarda il tempo di addormentamento di 40 minuti, rilevando un risultato “ritardante” molto più evidente di quello prodotto dall’esposizione ad una luce intensa mentre si tenta di dormire.
La spiegazione scientifica sottesa all’esperimento condotto, è che l’assunzione della caffeina fa aumentare i livelli di adrenalina nel nostro corpo ritardando il rilascio dell’ormone del sonno proprio di 40 minuti.
È fondamentale tenere in considerazione questo aspetto, spesso sottovalutato, perché compromettendo la qualità del sonno, si rischia di non essere al massimo delle capacità il giorno seguente.