«Sognare è il nostro compito. Risposare il nostro obiettivo»
È il mantra di Tricia Hersey, artista e attivista afroamericana di Atlanta che sta portando avanti la sua crociata a favore del diritto al pisolino e del vivere con lentezza, soprattutto lavorando meno, per opporsi a una società dove la performance, e la cosiddetta “grind culture” (cioè del lavorare senza sosta), hanno preso il sopravvento. Per questo nel 2016 ha fondato The Nap Ministry: significa il Ministero del Sonnellino ed è un movimento che appunto invita a rallentare organizzando anche sedute di sonno collettivo nei parchi, nelle palestre e in altri spazi pubblici cittadini. Ci si accoccola su grandi cuscini o tappetini da yoga, e nell’aria riecheggiano le note di un’arpa suonata dal vivo che invita a lasciarsi andare.
Sembra una provocazione, ma condividere momenti di riposo, secondo Hersey, è benefico e permette di soffermarsi per prestare ascolto ai nostri bisogni, sia fisici sia mentali ma anche spirituali. «Siamo in deficit di sonno perché il sistema ci considera delle macchine, ma i nostri corpi non sono macchine. Sono convinta che risposare, dormire, schiacciare un pisolino, sognare a occhi aperti e rallentare il ritmo possano contribuire a svegliarsi e a farci vedere chi siamo veramente» scrive Hersey nel suo libro Riposare è resistere (Atlantide Edizioni). Senza aspettare però di andare in burn-out, aggiungiamo noi.
Per tutti, infatti, il passo più importante da fare è proprio credere che sia possibile rallentare, senza provare sensi di colpa. Perché in tanti ormai si lamentano continuamente di essere stanchi, ma, nonostante questa consapevolezza, fare delle pause e dedicarsi al riposo non è mai facile, così travolti dagli impegni quotidiani, fino a doverselo segnare in agenda come se fosse anche quello un impegno da sbrigare.
La storia di Tricia Hersey
L’esperienza personale che Tricia Hersey racconta tra le pagine di Riposare è resistere e nelle sue interviste è esemplificativa. Fin da giovane, si è divisa tra numerosi impegni: frequentare l’università, lavorare, fare tirocini e anche crescere un figlio. Correva da un capo all’altro di Atlanta, senza un attimo di pace, saltando da un treno a un autobus, visto che aveva venduto la sua auto per portare avanti gli studi in teologia. Ogni minuto libero lo dedicava ai libri, ma era così stanca e deconcentrata che doveva rileggere alcune pagine più volte per comprenderle appieno e memorizzarle. I voti agli esami peggioravano, e anche la sua salute. Ma si era accorta che, mentre spesso studiava seduta sul divano, le capitava che il libro le cadesse dalle mani e di chiudere gli occhi, concedendosi qualche minuto di riposo. Quando si risvegliava si sentiva come rinata. Niente di strabiliante per noi di Dorelan che crediamo nell’importanza del power nap, in particolare per gli studenti (lo abbiamo spiegato qui).
Così Hersey ha iniziato a ritagliarsi dei momenti di respiro durante le sue giornate: non importava quanto fosse impegnata. Dormiva sull’autobus, in treno, su una panchina tra una lezione e l’altra, dove le capitava. Da quel momento, iniziò a sentirsi meglio, in forza, motivata e più produttiva anche nello studio. Nonostante togliesse tempo ai libri per dormire o riposare, il suo rendimento universitario migliorava. Così è nato il suo The Nap Ministry. Stop con il lavoro extra e via libera al riposo, a favore di un benessere fisico e mentale che va oltre ogni traguardo lavorativo. Hersey racconta che negli Usa in tanti hanno preso sul serio i suoi consigli, lasciando un lavoro logorante e prendendosi anche un anno sabbatico.
Il concetto di riposare a sufficienza per stare in buona salute non è di certo nuovo. In più, secondo una ricerca condotta nel 2020 sulle abitudini di riposo delle persone afroamericane, emerge che il 44% di loro dorme meno di sette ore a notte (rispetto al 31% dei bianchi): una mancanza di riposo correlata anche a una maggiore frequenza di malattie cardiache, diabete e pressione alta.